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LO YOGA DI PATANJALI

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Gli Yoga Sutra sono 195 aforismi riguardanti la filosofia che al tempo venne denominata “Yoga”. Il termine è stato utilizzato per numerosi propositi in diversi contesti e periodi storici, e possiede una varietà molto ampia di significati. La sua interpretazione attuale più diffusa, “unione”, è solo una delle possibilità. Lo Yoga di Patanjali può essere più opportunamente tradotto come “concentrazione" o “disciplina”. Come filosofia, lo yoga esamina la relazione tra lo spirito dell'uomo e il mondo materiale, e come lo spirito possa essere liberato dalla sofferenza attraverso la disciplina e l'introspezione. La parte dei sutra in cui gli insegnamenti di Patanjali sono sistematizzati in un percorso che prevede otto stadi (il termine sanscrito è “ashtanga”, da cui deriva il nome dello stile insegnato da Sri K. Pattabhi Jois) è la più popolare e diffusa nella pratica moderna.

I primi due stadi delineano i principi morali che preparano il praticante per il lavoro successivo, che sarà più profondo ed introspettivo. I tre stadi successivi sono abbastanza pratici, indicano di tenere una posizione, respirare e ritirarsi in se stessi, riducendo le distrazioni dei sensi. Uno di questi stadi è relativo alle asana, che in questo contesto significa semplicemente “postura”.

I tre livelli finali descrivono stadi meditativi sempre più profondi.

Forse il più conosciuto dei sutra è il secondo: "yoga chitta vritti nirodha". L'interpretazione più accreditata è "lo yoga è la cessazione dei turbamenti". Nonostante Patanjali non si riferisse solo alla pratica fisica, le sue parole sono un'ottima descrizione dell'effetto che la pratica delle asana ha sulla mente. 

Per saperne di più a riguardo, ecco alcuni link...

Patanjali Yoga: About Me
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